«Parli italiano?» domando.

«Un po’» risponde, chinandosi come se volesse baciarmi. Invece, mi strofina il naso sulla mandibola. «Perché? Vuoi che lo usi per parlare sporco con te?»

«Io, ecco…» Mi manda in confusione, soprattutto quando mi mette una mano su un fianco e mi tira più vicina a sé. Tremo, sentendo il suo alito caldo sulla pelle. Sta respirando il mio odore. «Be’, in realtà non era quello che volevo, ma, ora… mi sa di sì.»

Tutti sapevano che non ci si innamorava di un uomo del mio mondo, uno come quello che avevo davanti. A meno che non volessi ritrovarti con il cuore spezzato. No, non mi sarei innamorata, era un fatto che avevo accettato da tempo. Non si rimpiange qualcosa che hai sempre saputo di non poter avere.

Era una ragazza irritante. Una piccola seccatura che mi si era infilata sottopelle. Avrebbe dovuto essere tappezzeria, per me, invece non riuscivo a fare a meno di cercarla con lo sguardo ogni volta che ci trovavamo nella stessa stanza.